giovedì 29 marzo 2012

Recensioni: CLICK! di Kevin Meredith

La prima volta che lessi la parola lomografia non mi sarei mai aspettata di arrivare fino a qui. Non mi sarei aspettata di ritornare a scattare in analogico, dimenticandomi quasi totalmente del digitale. Semplicemente, quando lessi quella parola non avevo idea di cosa significasse. Tantomeno riuscii subito a trovare un significato, a capire di cosa si trattasse. Mi sono ostinata a ribaltare la rete senza successo, più che altro perché il termine mi si era conficcato in testa come la freccia di Guglielmo Tell nel cuore della mela, sulla capoccia del figlio. Non potevo mai immaginare che cosa mi stesse aspettando. Per dire come le cose tramino per raggiungere l’obiettivo, ravanando tra gli scaffali di una libreria alla ricerca di manuali di fotografia (per imparare) e cataloghi (per rifarmi gli occhi), incappo in un librettino dalla forma insolita, piccolo e compatto, dal titolo molto spiccio ed inequivocabile: CLICK!
L’ho comprato nel giro di un nanosecondo per una serie infinita di motivazioni che si sono coagulate tutte in quel medesimo nanosecondo in cui ho deciso che quel libro sarebbe stato mio: tante foto, mood accattivante, il fatto banale di essere un libro di fotografia e quello decisamente meno banale che scritto in piccolo, accanto ad una foto io abbia scorto, col cuore in fiamme, una parola. Lomografia. EUREKA!
all rights reserved to Kevin Meredith
Il libricino di Kevin Meredith, anzi, ancora prima, proprio Kevin Meredith (aka lomokev) mi ha aperto le porte di un mondo che credevo svanito, come i dinosauri. Rullini? Bah, roba da Pleistocene, macchine analogiche? Boh, ferrivecchi. Macché! Il tempo di sfogliarlo e tirare fuori dal cassetto un vecchio Apx della Agfa in bianco e nero e la mia vecchia buona Vivitar V3000s è stato un gesto istintivo.
CLICK! Ha tutto quello che serve per farsi venire la voglia di scattare in analogico. Ogni foto è accompagnata dal tipo di macchina utilizzata, dal rullino (con relativa modalità di sviluppo) e da considerazioni flash che Meredith scrive a corredo degli scatti. L’ho sfogliato e risfogliato migliaia di volte, quando ci ritorno scopro sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che prima mi era sfuggito. Alla fine della carrellata fotografica, poi, ci sono un paio di consigli utili (fotocamere, pellicole e sviluppo, digitalizzazione e anche fotoritocco) ed una panoramica sulle sue analogiche dalle toycams alle reflex. Ogni foto, poi è contrassegnata da un bollino che indica una categoria (es. composizione, esposizione, colore, filtri etc. etc., per tutti i gusti. Le fotografie che ci sono all’interno sono tutte molto belle, mettono addosso la voglia di prendere la prima macchinetta disponibile, ficcarci dentro un rullino ed uscire fuori a scattare foto a manetta. Soprattutto, mette subito in chiaro che per fare belle foto non servono “cannoni” tecnologici, ma basta una macchinetta apparentemente ridicola (io l’ho scoperto con la mia amata Holga 120 GN).
Ti resta dentro la voglia di fare scorpacciata di macchinette e rullini, soprattutto ti cura dall’intossicazione da pixel. Insomma, da questo viaggio, personalmente, ho portato a casa il senso di autenticità che ti lascia una foto scattata a rullino e la gioia di poter giocare con gli scatti nel momento stesso in cui li stai facendo e non in postproduzione. 

All rights reserved to Kevin Meredith

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