martedì 5 febbraio 2013

Zenit 122. Per amore, solo per amore.

Non per monotonia, ma per vera e propria fissazione. Qualche tempo fa un mercatino mi fu fatale. Non compravo macchine da un pezzo, anzi, per la verità mi ero riproposta di non comprarne più, che le mie erano più che sufficienti a soddisfare le mie esigenze fotografiche. Ma si sa, il fuoco della passione arde sempre sotto la cenere e tant'è che, complice uno sprovveduto commerciante e un'impavida Zenit lover (la sottoscritta), mi sono portata a casa questa bella e tosta Zenit 122. Provenendo dall'esperienza con la mia fidata Zenit 11 e dalla complicata relazione con la Zenit 12 XP approcciare con la Zenit 122 è stato solo questione di un'occhiata generale. Le caratteristiche di questo modello che risale agli anni Novanta sono presto dette: solito obiettivo Helios 52mm; esposimetro TTL, messa a fuoco a microprismi e cosiddetto "split-image" (per capirci, il sistema che divide in due l'immagine inquadrata e che ci dice che la messa a fuoco è ok solo quando le due porzioni della stessa immagine sono perfettamente allineate, come spiegato QUI), molto più dettagliata, devo dire, rispetto agli altri modelli Zenit che possiedo. Inoltre, la 122 ha un sistema di autoscatto con il quale, che ve lo dico a fare, ho litigato diffusamente.
Senza perdermi troppo in ciance vi dirò che ho caricato un rullino 800 ISO, anche se la macchina si setta solo fino ad un massimo di 400. Pas de probleme: ho settato la macchina al massimo possibile (appunto, 400), ma ho fatto sviluppare il rullino ai suoi valori nominali (800). I risultati mi piacciono tantissimo. Sarà per la macchina o per il rullino (sarà, l'aria, sarà l'acqua, sarà il caffè) sta di fatto che i colori sono molto decisi e ben saturi come piacciono a me (che di pellicole a colori ne uso una all'anno, forse). Insomma, senza stare a ciurlare troppo nel manico, vi mostro i risultati
 
La mia inseparabile e pelosissima modella, mentre sonnecchia sul suo plaid di pile, ignara di avere una padrona che invade spudoratamente la sua privacy.
 
Mi piace sempre testare la messa a fuoco sui dettagli. Parlando poi di Zenit, fotografare i dettagli è una libidine: lo sfondo si sfuoca tantissimo e questa è una cosa che mi piace perché risalta doppiamente il soggetto.
 
Il risultato è nitido anche laddove i colori non sono così accesi come nella foto di Rosetta. Anche la messa a fuoco, come vi dicevo, con questo doppio sistema, diventa estremamente più accurata anche sui piccoli dettagli.
 
Marito si presta sempre "molto" volentieri a farsi immortalare. Tra l'altro devo dire che non viene malaccio nelle foto, quindi ne approfitto sempre per scattargliene qualcuna.

Rosetta e la sua solita posa Muttley from Wacky Races alla ricerca di Dick Dastardly!!
 
Voi direte: adesso basta Zenit! Vi rispondo: Si...per ora!! Adoro questa 122 che completa degnamente, secondo me, la mia insostituibile 11. Mi piace tutto, dalla forma cicciotta, al sistema di messa a fuoco, al fatto che (ah ah) sia una Zenit con tutti i crismi delle belle e indistruttibili macchine sovietiche. La mia dichiarazione d'amore potrebbe continuare ad oltranza, ma oramai voi lo sapete. Che velo dico a fare!

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