sabato 14 aprile 2012

Of sand and other regrettable things left around project

La maturazione di un progetto è cosa lenta, da generare con calma, pure se l'idea viene come una scintilla, un'esplosione improvvisa, un fulmine a ciel sereno. Dopo che scoppia resta lì, con tutte le sue schegge sparpagliate che possono essere rottami lasciati alla ruggine, oppure indizi di qualcosa, spunti, frammenti di genio in formazione. E lì, dove sono, ci restano per un bel pezzo solo per farsi guardare, in attesa di essere notati mentre brillano un poco.
Poi succede che c'è una scheggia più grossa, che sembra caduta a casaccio dove è più facile che la si veda, più brillante delle altre. Ed è proprio lì, illuminata dalle altre schegge, accende una strada, l'idea, il genio e tutte le schegge si alzano da terra e si ricompongono come uno specchio e lì, sulla superficie, l'idea si ricompone in tutti i suoi elementi, diventa chiara e irresistibile. Il mosaico si compone totalizzante e pieno, definitivo, asciutto.
Questa è la scheggia che ha infiammato tutte le altre, in un legame fortissimo.
Questo è il mio nuovo progetto fotografico. Il primo.


Of sand and other regrettable things left around project racconta tante storie quante sono le cose che il mare lascia sulla riva, trasportate da chissà dove. Quando ho iniziato a scattare foto alle cose che trovavo passeggiando lungo la battigia, l'ho fatto distrattamente, affascinata più dall'idea di come fossero potute arrivare fin lì e con la voglia di tenermi dentro storie immaginarie di terre lontane e avventure alla Salgari. Poi ho iniziato a pensare che quegli oggetti levigati dal mare avessero dentro il senso del ritorno, inteso come restituzione, ma anche il senso di abbandono che può esserci nel lasso di tempo prima che questo ritorno, questa restituzione si compia. Ma quegli oggetti, così stravolti e così straniati dal loro contesto, mi raccontano anche la metamorfosi delle cose deformate dall'acqua e dal tempo: una metafora estetica del cambiamento che però resta solo esteriore. Una sedia, pur scrostata, resta pur sempre una sedia.

Questo progetto continuerà fino a quando i primi bagnanti non si riapproprieranno, come tutte le estati, delle spiagge che sono mie d'inverno e d'autunno.
Le foto verranno aggiornate periodicamente  sul profilo FLICKR e potrete sapere degli aggiornamenti attraverso la mia pagina Facebook.

Non smettete mai di cercare storie. Namaste.

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