giovedì 20 settembre 2012

La Nikon abbandonata e l'x-pro chrome

C'è una macchina fotografica, la Nikon f-401, che sto usando parecchio e di cui non ho avuto modo di parlare mai. Ha una storia buffa alle spalle: dimenticata su un treno al nord, poi, per anni, dentro un armadio, al sud. Il caso ha voluto che chi l'abbia trovata e seppellita sotto cataste di lenzuola e coperte me ne avesse parlato molto prima che la mia passione per la fotografia scoppiasse. Aggeggiando con le analogiche me ne ricordai subito, me la feci prestare. Mi dissero: "è rotta". Una cosa che non andrebbe mai fatta, una cosa che non andrebbe mai detta. Almeno non a me. E infatti non scattava, nè dava segni di vita. Finsi che fosse rotta davvero. Me la lasciarono in pegno. Finsi perchè la macchina è troppo bella e chi la possedeva illegittimanente, cioè mio zio, non era capace nemmeno di individuare il pulsante di scatto. Che spreco.  Poi è bastato poco: fissare bene l'obiettivo, leggere attentamente il libretto delle istruzioni, caricare, scattare. Eureka! Chi segue il blog e, più quotidianamente la mia pagina Facebook, sa già  che per me "macchina rotta" è sinonimo di "miele": drizzo le orecchie come un lemure, scricchiolo come una macchina da scrivere in piena attività, sento i cacciavite che bussano dalla loro scatolina reclamando un pò di sano divertimento, pezze e pezzuole in agitazione come fossero manifestanti inferociti. Il battesimo del fuoco si è subito consumato con un lungo rosario di pellicole in b/n di cui qualche esempio su Flickr qui, qui e qui. A sfatare il tabu colore ci ha pensato, invece, una Lomography x-pro chrome 100. Non ho avuto da subito grande interesse per questa pellicola. La trovavo complicata. Strana. Abbastanza inutile, anche. Il primo rullino scattato con la Lc-a+ mi lasciò perplessa, insomma già la macchina in sé non mi mandava in orbita, l'accostata mi deluse. La Nikon ha raddrizzato questa relazione complicata. Sviluppata in E6 (la x-pro la si può sviluppare sia così che in c-41), scansionandola ho fatto un salto dalla sedia: BINGO!! L'accoppiata funziona, mi ha lasciata enormemente soddisfatta, assolutamente da ripetere. Purtroppo, però, non tutte le favole finiscono bene e pare infatti che queste pellicole stiano uscendo fuori mercato. Chi non le ha ancora provate ne approfitti, io intanto vi lascio i miei risultati.

L'effetto fish di questa foto è scaturito dopo un errore. In altre circostanze avevo usato il paraluce della Zenit sulla Nikon senza sapere che la focale mobile mi avrebbe portato a questo effetto. Gestendo lo zoom, infatti, il paraluce si comporta come fosse un occhio di pesce.
 
Adoro scattare foto nei porti, o sul lungocosta pieno zeppo di barche e pescatori indaffarati. Questa è una Spadara, imbarcazione tipica per la pesca del pescespada, Scilla.
 
...con quella faccia un pò così....stanca di rincorrere farfalle con esiti disastrosi (per lei, ovvio), Greta si è concessa il piacere di uno scatto (l'ennesimo!).
 
Non mi aspettavo che uscisse una foto così. Mi piace il mix cromatico e quel cielo sfumato. Forse fotografare sotto, dove era tutto un brulicare di polpettine e melanzane alla parmigiana non avrebbe sortito lo stesso effetto!
 
Qualora vi venisse voglia di visitare la Calabria, sappiate che questo è uno dei panorami in cui potreste incappare. Scilla.

La bellezza di questa pellicola sta nei toni decisi, nei contrasti netti e nelle belle saturazioni: tutto quello che cerco in una foto a colori. La mia scorta di x-pro è allo stremo, ma credo proprio che mi concederò un altro giro con questa accoppiata capitata per caso, ma perfettamente azzeccata.

4 commenti:

  1. quella con gli ombrelloni è la mia preferita! eh sì, pare davvero un'ottima accoppiata...

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  2. Grazie Guchi, è anche tra le mie preferite!! ^_^

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  3. l'ultima foto è incredibile! che panorama!! *.*

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    1. Felice che lo apprezzi. Stretto di Messina al tramonto! :)

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